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Autogoverno per l’integrazione europea

Un tempo per grandi pensatori federalisti come CattaneoManinSalvemini o Trentin aveva un senso che lo spazio di riferimento per il progetto federale fosse l’Italia. Tuttavia, come già intuito da Spinelli e Rossi, nel mondo globalizzato di oggi appare sempre più evidente che la federazione da costruire è quella Europea, e troppo spesso l’Italia e gli altri stati nazionali sono di ostacolo a questo cammino.


UN CONTINENTE DOVE COABITANO DIVERSE CULTURE

Abbiamo la fortuna di vivere in un continente dove coabitano diverse culture, diversi modi di pensare e intendere la vita, diverse economie. Questa diversità è una ricchezza che non va mantenuta all’interno di determinati recinti fisici o ideologici, ma deve essere valorizzata e condivisa in maniera positiva. C’è quindi la necessità di un progetto europeo che prenda in considerazione le regioni d’Europa e non solamente gli stati conformati.

L’integrazione europea necessita infatti di una ridefinizione profonda dell’organizzazione politica e sociale del continente, che spezzi i vecchi dogmi nati dalle ideologie nazionaliste. Si deve abbandonare l’assioma per cui ad uno stato debba corrispondere una nazione e smettere di considerare la sovranità come un concetto monolitico in capo ad un unico ente amministrativo. Il potere, che in ultima istanza è detenuto dalle comunità locali, deve essere ripartito e organizzato dal basso verso l’alto secondo un reale principio di adeguatezza. Solo un federalismo dalla forte connotazione autonomista può rispondere a queste necessità e permettere, usando le parole del Manifesto di Ventotene, una plastica articolazione e lo sviluppo della vita politica secondo le peculiari caratteristiche dei vari popoli.

EUROPEISMO E AUTONOMISMO

Per questo europeismo e autonomismo non sono affatto princìpi opposti, ma sono due facce della stessa medaglia. Già dal trattato di Maastricht del 1991, infatti, l’Unione Europea incoraggia lo sviluppo di una governance locale secondo il principio di sussidiarietà verticale, e gran parte degli stati-nazione stessi hanno cominciato da tempo ad accogliere la regionalizzazione amministrativa come una pratica politica europea e una progressione naturale nell’evoluzione della democrazia rappresentativa. Non è altro che un effetto verso il basso della perdita di centralità e rilievo degli stati-nazione nel mondo globalizzato, non diverso per matrice da quello della loro dissoluzione verso l’alto.

Raccogliendo questa duplicità siamo sicuri che l’autogoverno, a partire da richieste di maggiore autonomia dallo stato italiano, sia un elemento fondamentale nel cammino che condurrà il Veneto e le altre regioni a contribuire attivamente alla costruzione di una federazione europea. Come membri di European Free Alliance Youth sappiamo che è questa la battaglia che oggi ci troviamo di fronte: quella di abbattere le attuali barriere imposte dagli stati nazionali e valorizzare la ricchezza culturale e legami storici che attraversano l’intero continente europeo.

Se vogliamo fare l’Europa federale dobbiamo cominciare a pensare da federalisti. D’altronde, si può davvero pensare che un’unione continentale di 500 milioni di abitanti potrà funzionare senza un principio di ampio decentramento?

Ara che xe ora 🙂

Zòntite a Sanca!!!

/// 🙂

Categoria

Democrazia

Data

07 apr 21

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