Close
Type at least 1 character to search
Back to top

Lingua veneta

Secondo le indagini ISTAT degli ultimi anni relativi a “la lingua italiana, i dialetti e le lingue straniere” il Veneto è una delle terre della penisola ove l’idioma locale è maggiormente utilizzato in ogni occasione della vita. Nonostante ciò le stesse indagini mostrano che l’idioma è fortemente in arretramento a causa della pressione dell’Italiano e viene perciò registrato dall’UNESCO tra le lingue a rischio.


Accessibilità agli strumenti linguistici

Una parte notevole della popolazione regionale ha il Veneto come prima lingua ed impara l’Italiano attraverso i media e la scuola. E’ dato acquisito, tra coloro che si occupano della relazione tra apprendimento e lingua, che il riconoscimento e il rispetto assegnato alla prima lingua di un bambino contribuisce in maniera essenziale allo sviluppo di un’immagine di se positiva e che il suo utilizzo come mezzo di apprendimento conduce a risultati migliori in termini di crescita intellettuale, risultati scolastici, accademici e lavorativi. Non fornire la possibilità ai nuovi Veneti di accedere agli strumenti linguistici in cui una buona parte della popolazione si riconosce, significa porre degli ostacoli difficili da superare al processo di integrazione. La mancata capacità comunicativa rende infatti le distanze culturali, altrimenti più facilmente affrontabili, ardue da superare. Crediamo che l’insegnamento della lingua veneta agli immigrati sia veicolo di forte facilitazione della convivenza e comprensione reciproca. Questa politica di integrazione linguistica avviene con modalità simili in Catalogna con risultati di integrazione migliori a quanto avviene oggi in Veneto. La perdita o l’impoverimento di una lingua è un danno irreversibile in termini di visione del mondo e di capacità di lettura della realtà. Riteniamo indispensabile mettere in campo ogni strumento necessario alla valorizzazione della lingua veneta nell’ottica di un bilinguismo integrale. Le stesse valutazioni valgono anche per le altre lingue locali presenti in Veneto, in primis il Ladino.

Piano di promozione della cultura

È essenziale spingere le università a sostenere e promuovere lo studio filologico, sociolinguistico, dialettologico, glottodidattico della lingua veneta, mediante l’istituzione di una cattedra. Desideriamo fortemente l’apertura di un corso universitario specialistico in lingua e cultura veneta, azione che peraltro non richiederebbe grandi investimenti, essendo già presenti all’interno delle nostre università numerose cattedre che percorrono parzialmente questi temi. Il progetto non deve limitarsi alle sole università venete. In quest’ ottica è fondamentale una cooperazione di istituzioni, università e associazioni per una maggiore sensibilizzazione su questi argomenti. È necessario un piano di promozione del Veneto, della sua lingua e cultura, anche nelle università estere, in particolare con quelle che propongono corsi approfonditi su studi mediterranei ed europei. Un esempio virtuoso è quello della promozione della lingua bretone, insegnata all’università di Harvard attraverso un partenariato con l’università Rennes 2. Allo stesso tempo sarà necessario istituire un’accademia per la lingua veneta, che agisca da centro per lo studio e la regolazione della lingua, promuovendone corsi sia nella nostra terra che all’estero, in collaborazione con le università. Un ottimo modello da seguire potrebbe essere l’Istitut d’Estudis Catalans, che svolge questa funzione in Catalogna, o il processo del riconoscimento del Friulano fra le lingue minoritarie dello stato italiano che ha portato alla costituzione dell’ARLEF.

Rafforzare lo studio della lingua veneta e istituire corsi di laurea specifici è un primo passo fondamentale verso la realizzazione di un progetto di immersione linguistica degli studenti delle scuole venete, permettendo di sviluppare anche programmi di formazione e aggiornamento dei docenti. Il passo seguente dovrà essere infatti quello di procedere all’inserimento del veneto a scuola. Crediamo che se in un primo momento sarà opportuno inserire la lingua veneta come seconda, sarà poi necessario seguire il principio di immersione, utilizzandola come veicolo per lo studio di altre discipline, prendendo ad esempio il modello scolastico sperimentato nei Paesi Baschi e in Catalogna. Un primo banco di prova potrebbe essere la sperimentazione all’interno delle scuole materne come avviene in Piemonte, per opera della giunta Bresso, già dal 2006.

Con la collaborazione delle associazioni culturali e linguistiche Cadorine e Ampezane, anche i territori di lingua ladina potranno valorizzare la loro cultura linguistica mutuando l’esperienza delle scuole presenti in Trentino ed in Sud Tirolo. È un passo doveroso per la valorizzazione di tutte le lingue presenti in Veneto, e quindi anche per le comunità Cimbre, Friulane, Emiliane e Lombarde, si dovrà avviare un processo di valorizzazione linguistica in concerto con le comunità interessate e in collaborazione con le regioni confinanti.

Ara che xe ora 🙂

Zòntite a Sanca!!!

/// 🙂

Categoria

Cultura

Data

12 apr 21

Share