Alla domanda chi dovrebbe prendere le decisioni per il Veneto? Rispondiamo in maniera univoca: chi vive in Veneto! Crediamo che nessuno conosca i problemi e le esigenze di un territorio meglio di chi ci abita. I cittadini rappresentano quindi una risorsa fondamentale per una gestione corretta ed efficace della cosa pubblica.
Il diritto all’autogoverno non deve essere però percepito solo come un’opportunità economica, ma anche come un rilancio democratico della società e delle istituzioni del Veneto. Il diritto all’autogoverno si configura come la dimensione politico-amministrativa del diritto all’autodeterminazione dei popoli garantito da organi e trattati internazionali.
Per autogoverno si intende quindi il diritto di una comunità sociale di decidere del proprio futuro. Questo diritto lo si attua con il progressivo passaggio di poteri e competenze dal più alto livello amministrativo verso il più basso. In quest’ottica il meccanismo di ripartizione di poteri e competenze tra i diversi organi e livelli istituzionali deve basarsi su un principio di radicale sussidiarietà. Deve essere un processo che abbia come punto focale le comunità locali, invertendo così la catena del potere: non più dal centro verso i territori, ma dai territori verso il centro, garantendo trasparenza, inclusività e partecipazione.
Ogni competenza deve essere affidata all’organismo più vicino ai cittadini, e solo qualora questo potere non sia gestibile per sua natura su base strettamente locale, l’istituzione più larga può esercitarlo secondo una logica federativa che può e deve raggiungere la dimensione europea.
Organismi indipendenti devono essere predisposti al monitoraggio dell’efficienza dell’azione di governo dei diversi enti, da quelli di livello locale fino a quelli di livello europeo, in collaborazione con istituti consultivi e propositivi della società civile.
L’autogoverno è un imperativo democratico, morale ed economico. Crediamo che il Veneto, in virtù del suo retaggio storico e culturale e del suo assetto economico, possa fare da apripista nell’affermazione di questo diritto nella prassi politica europea.