Nello Stato Italiano, si tende da sempre a considerare l’educazione Tecnica e Professionale come un’educazione di serie B. Non ha caso, negli ultimi anni si è tentato di cambiare di nome alcuni istituti tecnici, quali il Commerciale, in Licei. Inoltre, questo atteggiamento è mostrato dall’attitudine di molti studenti provenienti da queste scuole, i quali non si sentono all’altezza di accedere alla Formazione Universitaria pur avendone tutte le capacità.
Il Veneto deve puntare a valorizzare questo tipo di Educazione, non solo per rispetto degli studenti che sentono il desiderio di scegliere questa strada, ma anche perché queste istituzioni offrono una formazione fondamentale allo sviluppo economico dei nostri territori.

Innanzitutto, riteniamo che i percorsi tecnici e professionali dovrebbero essere accorpati all’interno degli stessi istituti, al fine di ottimizzare gli investimenti in infrastrutture e lasciando la possibilità agli studenti di modulare al meglio il loro percorso di studi. Inoltre crediamo che, prendendo esempio dall’affiancamento della scuola agraria di San Michele all’Adige e della fondazione Mach in Trentino, si dovrebbero affiancare a
questi nuovi poli scolastici delle istituzioni di ricerca che condividendo gli spazi con la scuola offrano stimoli agli studenti e capitalizzino sulle loro competenze. In questa direzione, crediamo anche che bisognerebbe favorire le collaborazioni tra scuole tecniche e professionali con l’università, al fine di mostrare agli studenti che la formazione universitaria ha molto da offrire anche a loro. Per concludere, essendo consci del fatto che gli studi teorici offerti dalle università non rispondono agli interessi di tutti, crediamo che si dovrebbe studiare la possibilità in collaborazione con gli istituti qui descritti e del tessuto imprenditoriale veneto di sviluppare modelli di alta formazione pratica post diploma simile a quella offerta dai College Scozzesi, delle sorte di Università dei saperi pratici.