Seppur se ne sia dimenticata progressivamente l’importanza nel corso dell’ultimo secolo, fiumi e canali costituiscono da sempre un elemento fondamentale del nostro paesaggio. Su questi corsi d’acqua si sono sviluppati i maggiori centri del Veneto e gli stessi corsi d’acqua hanno permesso a questi centri di mettersi in relazione economicamente e politicamente. Purtroppo i fiumi e i canali del Veneto vengono feriti giornalmente da innumerevoli fonti di inquinamento e dalla mancata manutenzione, che li rende fattori di rischio per il territorio.
Da una parte, in Veneto i corsi d’acqua sono spesso soggetti alla contaminazione dovuta a scarichi abusivi urbani e sversamenti di rifiuti industriali, che li rendono fognature a cielo aperto invece che spazi in cui la vita e la storia delle nostre comunità può fiorire a fianco di quella degli altri esseri viventi. Dall’altra, la mancata manutenzione fa si che la presenza di enormi flussi d’acqua che caratterizzano da sempre il nostro territorio e che ne costituiscono un elemento di grande ricchezza, si trasformino in pericoli per gli abitanti.
In passato fiumi e canali sono stati trasformati dai Veneti nella prima linea di difesa e sviluppo della nostra terra: opere idrauliche come il Canal Novo, Novissimo, le gronde lagunari, la Brentella, la galleria Adige-Garda, ma anche un incessante manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua hanno aiutato chi ci ha preceduto a gestire le piene e a condurre l’acqua dove era più necessaria. Oggi, a causa della poca cura di canali e fiumi, i problemi di aridità, siccità, eccessiva piovosità che in passato hanno già interessato il nostro territorio ma aumentano di frequenza ed intensità a causa di fenomeni globali come il cambiamento climatico, diventano sempre più difficili da gestire. Queste valutazioni valgono anche e soprattutto per la nostra capitale. Le alte maree di media entità, tra i 100 ed i 125 cm, sono sempre più frequenti ed opere come il MOSE non costituiscono la migliore opera di difesa della città. Venezia ha conosciuto nella storia una sola difesa contro di esse: l’escavo ed il dragaggio dei canali in città ed in laguna per mantenerli puliti dai sedimenti portati dai fiumi. Si tratta di interventi che i Veneziani hanno sempre compiuto nella loro laguna affinché il porto e le acque della città rimanessero navigabili e sotto controllo. Per questi motivi crediamo che il governo del Veneto debba impegnarsi a ripulire tutti i corsi d’acqua del nostro territorio. Per fare ciò si deve cominciare censendo tutti gli scarichi abusivi che colpiscono i canali ed i fiumi, con la collaborazione dei cittadini, ed avviando un opera di contrasto capillare. Inoltre, bisogna intervenire sui corsi d’acqua più inquinati avviando opere di filtraggio e depurazione delle acque, sperimentando soluzioni innovative quali la fitodepurazione. Inoltre, deve incentivare i lavori di manutenzione dei corsi d’acqua e della laguna e proseguire con la costruzione di chiuse, bacini di ritenzione, di allargamento degli argini (affinché i canali possano riprendere a formare dei corsi fluviali naturali). Tali opere oltre a dare una risposta agli eventi di piovosità estrema, possono costituire una risorsa fondamentale per l’agricoltura veneta quando, come accade sempre più spesso, si verifichino periodi di siccità. Inoltre, possono andare a creare habitat naturali e aree a biosfera aumentata come nel caso dell’allargamento degli argini dello scolo Pionca.