Parte di un nuovo approccio alla tassazione locale dovrebbe essere utilizzato per riflettere le priorità stabilite nelle policy nazionali, per esempio nel mitigare gli effetti dell’austerity. Pensata sia per agire come una sorta di tassa sui patrimoni (il Veneto non ha per ora il potere di introdurne) e per incentivare il mercato ad assegnare più accuratamente il valore ai terreni, una imposta sul valore fondiario dovrebbe essere introdotta come parte delle misure di tassazione locale. Con una soglia di entrata basata su un valore fissato (solo la terra che vale più di un certo valore per metro quadro sarebbe tassata, in modo da evitare che fondi boschivi o terreni non produttivi possano venire tassati iniquamente) e con un meccanismo per tassare le proprietà di grande estensione di valore più basso. Questo significa che nessun proprietario al di fuori delle imprese immobiliari pagherà questa tassa e che i grandi proprietari commerciali, specialmente le società che usano la terra come bene rifugio, pagheranno di più.
Mentre, come descritto, le istituzioni locali avranno completa discrezione sulle altre tasse, sarà previsto un minimo di IVF che ogni area dovrà raccogliere. Le risorse così raccolte saranno utilizzate per colmare le lacune causate dalle politiche d’austerity dello stato italiano. Le autorità locali saranno libere di innalzare questa tassa oltre il livello obbligatorio, ottenendo la flessibilità per raccogliere un gettito aggiuntivo.